No, essere manager illuminati non c’entra nulla con il buddismo o la santificazione, ma semplicemente con il prendere piena coscienza del fatto di essere umani e che altrettanto umani sono i nostri collaboratori. E per “umani” non intendiamo fallaci e fallibili; ha invece a che vedere con il concetto di “potenzialità umana” ossia quelle capacità di giudizio, scelta e azione che ogni essere umano possiede e che potenzialmente può esprimere al meglio, se messo nelle giuste condizioni e fornito degli strumenti necessari.
In sostanza ha a che vedere sul come trarre il massimo dai nostri dipendenti, in un mutuo vantaggio che si riflette positivamente sulle loro vite, sulla realtà aziendale e sulla produttività.
Ma come si fa a diventare manager illuminati? Vedremo ora quali sono le tre regole più importanti da seguire per raggiungere questo obiettivo di alto valore umano e professionale.
Ascolta e ascoltati
L’arte di ascoltare è la caratteristica più importante per quelle persone che vogliono trarre il meglio da se stesse e dagli altri e che desiderano migliorarsi costantemente. “Quando parlo dico solo qualcosa che già so, quando ascolto imparo qualcosa che non so” recita un vecchio detto, e a ragione: ascoltare, non solo con le orecchie, è il modo migliore per acquisire nuove informazioni, valutare attentamente una situazione e acquisire modi di pensare diversi e potenzialmente efficaci.
Ovviamente non ci riferiamo solo all’ascolto uditivo, ma ad un senso più ampio di percezione e integrazioni delle informazioni ambientali con cui veniamo in contatto. Ascoltare in senso ampio, profondo, più intuitivo che logico.
L’invito è quindi di ascoltare i vostri dipendenti, percepire come si sentono, tastare il polso della situazione, respirare il clima aziendale, intuire cosa sta accadendo senza che qualcuno ve lo dica in modo esplicito.
Una nota fondamentale: ciò che un manager illuminato dovrebbe ascoltare con più attenzione è se stesso, valutando attentamente il proprio stato d’animo, quanto si sente “allineato” e quanto invece è mosso nelle sue scelte da pensieri negativi o stati d’animo controproducenti.
Ascoltiamo gli altri e ascoltiamo noi stessi, solo così possiamo conoscere la verità.
Fai sentire l’altro necessario ed integrato
Qualunque azienda è di fatto un’entità che vive di vita propria, le cui “cellule” pulsanti sono le persone che la compongono. Ogni componente ha la sua funzione, o dovrebbe averla, e se qualche parte dell’organismo funziona male tutto il sistema ne risente.
La chiave per un funzionamento ideale del sistema azienda è quello di far sentire ciascuno dei suoi componenti necessario e integrato, parte di un tutto a cui deve sentirsi di collaborare in maniera attiva. Non c’è nulla di peggio di un dipendente che si sente escluso, separato e non coinvolto. Anche senza accorgersene potrebbe operare sfavorendo inconsciamente il sistema di cui non si sente parte, esprimendo delle resistenze come un corpo estraneo.
Sarà quindi compito del manager illuminato quello di sapere coinvolgere e motivare i propri dipendenti, delegando quando possibile, chiedendo opinioni, distribuendo responsabilità e incarichi in modo adeguato.
È importante ricordare che il modo migliore per coinvolgere una persona è sempre quello di far leva sulla motivazione e il raggiungimento di un obiettivo che abbia significato per l’individuo. Usate quindi la prima regola, ascoltare, per capire quali sono le leve motivazionali dei vostri colleghi e fate in modo che il loro obiettivo coincida con quelli aziendali.
Gioca
È forse la regola apparentemente più assurda, ma a ben vedere è la più importante. Ci sono manager che vivono il loro ruolo prendendosi eccessivamente sul serio, pretendendo dagli altri e da se stessi e dimenticandosi che in fondo la vita è un grande videogioco dove nessuno vince e nessuno perde, semplicemente c’è chi se la passa alla grande, rendendo felice se stesso e gli altri, e chi invece cammina ogni giorno in un incubo popolato da mostri fatti di ansia e stress.
Imparate che il modo migliore per trarre il meglio da ogni situazione è sempre quello di divertirsi, giocare con la realtà e fare in modo che ci rimandi a quella dimensione di presenza e profondo piacere che provavamo quando giocavamo da piccoli. Ve lo ricordate? Quando giocavate eravate profondamente assorti in quello che stavate facendo e qualunque interferenza era terribilmente fastidiosa. Ecco, il segreto del manager illuminato è il saper ricreare quello stato di “flusso” che provava da bambino quando si dedicava al suo gioco preferito, il tempo svaniva e non c’eravamo per nessuno se non per noi stessi.
Allora torniamo a giocare, a divertirci, a fare con il massimo piacere ed entusiasmo la nostra professione e vedrete come ogni successo, ogni obiettivo, ogni creazione saranno più facili da raggiungere.
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